Il pacchetto di patatine è sul tavolo. Lo apriamo, promettendo a noi stessi di non finirlo. Qualche minuto dopo stiamo setacciando il fondo in cerca delle ultime briciole.Prima arriva il piacere, poi il senso di colpa. Ci ripetiamo che è l’ultima volta, ma prima o poi lo rifaremo. Lo sappiamo, al di là dei buoni propositi accartocciati nell’ennesimo pacchetto che non riusciamo a lasciare a metà. Ognuno ha la sua debolezza. Potrebbero essere patatine, ma anche biscotti, bibite, merendine. Sono tutti cibi ultraprocessati, alimenti progettati per essere appetibili e che creano dipendenza. Il meccanismo è simile a quello del tabacco, dell’alcool o della cocaina. Li consumiamo in modo compulsivo, veloce, e ne vogliamo ancora perché pompano dopamina nel nostro circuito…
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